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Kij Johnson (1960) è tra le più interessanti autrici di narrativa fantastica contemporanea. La sua produzione spazia dalla fantascienza sino al fantasy e al weird. Il suo primo riconoscimento arriva nel 1994 quando vince il premio Sturgeon con il racconto “Fox Magic”, la cui vicenda verrà successivamente sviluppata nel romanzo The Fox Woman (2000), legato al mito giapponese di Kitsune. Il suo primo romanzo appartiene però alla fantascienza seriale, Star Trek: Dragon’s Honor, (1994) in collaborazione con Greg Cox. Nel 2012 esce l’antologia At the Mouth of the River of Bees, che raccoglie il meglio della sua narrativa breve. Ha vinto Tra i i diciotto racconti dell’antologia sono presenti ben tre opere vincitrici del premio Nebula, “Spar” (“Battibecco”, Robot n. 72, Delos Books, 2014), “Ponies” e “The Man Who Bridges the Mist”, in uscita e una vincitrice del World Fantasy Award, ovvero il racconto qui presentato , “26 scimmie, e anche l’abisso”, una vicenda genuinamente weird, che tocca con sorprendente leggerezza i misteri più profondi dell’esistenza umana. Nel 2002 viene pubblicato il suo secondo romanzo dedicato alla mitologia giapponese, Fudoki (2002), mentre del 2017 è il recente The River Bank, romanzo per ragazzi, ideale seguito del celebre Il vento tra i salici, di Kenneth Grahame. L’interesse per la rielaborazione di testi classici è testimoniato anche dal romanzo breve La ricerca onirica di Vellitt Boe (The Dream-Quest of Vellitt Boe, 2016) ambientato nelle Terre del Sogno lovecraftiane, riprende con un’attenta rievocazione personaggi, creature e ambientazione, ma sviluppando la vicende in modo del tutto originale.
Romanzo breve --> La ricerca onirica di Vellitt Boe
Racconto --> “26 scimmie, e anche l’abisso" in Hypnos 8